Aprire un proprio negozio è un’idea che alletta tante persone e che può diventare una possibilità di successo da cui nascono diversi tipi di professioni, a prescindere che si tratti di aprire un’attività in proprio o in franchising.
Quando si pensa di aprire un’attività commerciale però non basta avere un’idea vincente e conoscere tutti gli aspetti sul prodotto o sul servizio che si mette in vendita, ma si tratta di avere chiari una serie di elementi.
A partire dall’idea, dovrete quindi saper scegliere la giusta posizione, essere in possesso dei requisiti indispensabili per poter aprire un negozio di qualsiasi settore, fare i conti con l’investimento iniziale e redigere un piano dei costi da affrontare, ricercare i dipendenti, scegliere i fornitori e partecipare alle fiere per attirare i primi clienti.
Come avrete capito, la decisione di aprire un negozio non va presa a cuor leggero. Occorre avere un’ottima organizzazione e una buona dose di responsabilità per avviare progetti di questo tipo!
Per fortuna, rispetto ad alcuni anni fa, oggi aprire un negozio è diventato molto più semplice da un punto di vista burocratico grazie al Decreto Bersani, che ha snellito alcune pratiche aprendo la strada alla libera concorrenza.
Per aiutarvi ad avere un quadro più chiaro possibile e conoscere tutti i passaggi dell’iter da seguire per aprire un’attività, abbiamo deciso di proporvi questa guida con alcuni consigli utili che speriamo vi siano d’aiuto per effettuare un investimento efficace e redditizio per il futuro.
Che tipo di negozio aprire
Prima di soffermarvi a pensare ai documenti e all’iter burocratico per l’apertura della vostra attività, è bene individuare il tipo di negozio che si ha intenzione di aprire.
Definiamo innanzitutto cosa si intende per “attività”. Con tale termine, ci riferiamo alla fornitura di servizi o alla vendita di prodotti che permettono di guadagnare e produrre un reddito per il soggetto che svolge tale attività.
Il primo passo da compiere dunque è la scelta del tipo di negozio da aprire. Chiedetevi innanzitutto se siete orientati verso l’apertura di un negozio fisico o se volete sfruttare le potenzialità del web e aprire un negozio online.
Il negozio online vi dà numerosi vantaggi: vi permette di abbattere i costi relativi alle strutture lavorando comodamente da casa e dandovi un numero di clienti potenzialmente infinito.
Ma se la vostra idea di negozio è quella più tradizionale e volete un luogo fisico in cui incontrare il cliente, allora avrete bisogno di un locale e del relativo magazzino in affitto o in vendita.
La decisione dipende anche dal tipo di prodotto o di servizio che volete vendere. Qualsiasi sia il tipo di negozio individuato, la scelta di investire in un determinato contesto non può prescindere da un’analisi di mercato che studi non solo il mercato italiano, ma anche quello della vostra città.
Analizzate la zona e la strada in cui vorrete avviare l’attività, studiate nel dettaglio la location più adatta alle vostre esigenze e non dimenticate di analizzare la concorrenza al fine di capire bene quali imprese concorrenti sono già presenti nel territorio e quali invece mancano.
I requisiti per aprire un’attività: cosa sapere
Dopo aver individuato il tipo di business su cui effettuare il proprio investimento, occorre informarsi sui requisiti che bisogna possedere per poter procedere con le pratiche burocratiche di commercio.
Per l’avvio di un’attività, infatti, la legge richiede una serie di requisiti personali e professionali di cui è necessario essere in possesso prima di intraprendere il percorso burocratico previsto.
Fortunatamente, avviare un’attività prevede oggi un iter molto più semplice rispetto al passato. Fatta eccezione per le strutture con dimensioni particolari, non avrete bisogno di chiedere alcuna licenza o permesso per l’avvio del vostro locale commerciale.
I requisiti professionali che devono essere rispettati, invece, riguardano le norme in materia di igiene, sicurezza e quelle urbanistiche. In alcuni casi sarà necessario anche un’autorizzazione sanitaria da parte dell’Asl, mentre vi serviranno le autorizzazioni dei vigili del fuoco solo nel caso in cui la metratura del locale superi determinati limiti.
Se invece avete intenzione di aprire un ristorante, un bar o svolgere un’attività commerciale nel settore alimentare, sarete obbligati a possedere i requisiti relativi alla manipolazione e alla conservazione dei cibi e delle bevande e, se necessario, dovrete essere abilitati anche alla loro somministrazione. In questo caso sia l’imprenditore che i dipendenti dell’azienda dovranno partecipare e superare il corso di formazione HACCP.
Per quanto riguarda i requisiti personali, invece, l’imprenditore non dovrà:
- essere stato dichiarato fallito;
- aver riportato condanne penali, detentive, per delitti contro la pubblica amministrazione, l’economia, l’industria e il commercio;
- aver riportato due o più condanne nei cinque anni precedenti all’apertura del negozio;
- essere sottoposto a sorveglianza speciale, divieto o obbligo di soggiorno;
- essere stato dichiarato “delinquente abituale o professionale”.
Infine ricordate che per alcuni tipi di attività commerciali è prevista la competenza regionale. Nei casi specifici, vi consigliamo quindi di recarvi presso gli appositi uffici o di farvi affiancare da un commercialista per conoscere i requisiti e compilare il modulo corretto.
Quanto costa aprire un negozio
Come abbiamo già accennato in precedenza, la decisione di aprire un’attività non dipende soltanto dal tipo di imprenditoria decisa. Il tipo di startup scelta deve essere accompagnata da obiettivi concreti di crescita e da un importante finanziamento iniziale.
Dopo aver delineato il tipo di attività, dovrete pianificare nel dettaglio tutti gli aspetti relativi ai costi e alle spese necessarie da sostenere per finanziare il vostro negozio. Vi consigliamo quindi di redigere un attento business plan avendo cura di inserire la previsione di tutti i costi necessari, dall’affitto del locale alla gestione del proprio punto vendita.
Tra le voci di costo da prendere in considerazione vi sono quelle riguardanti la burocrazia, la consulenza imprenditoriale, così come il costo di eventuali corsi, attestati o licenze.
Definire un prezzo standard per aprire un negozio è impossibile. Ogni situazione economica è a sé stante e sono in ballo troppe variabili per poter pensare a una cifra ben precisa.
Ecco, però, una serie di spese da tenere in conto a seconda del tipo di attività da avviare:
- imposte sulla pubblicità per il marchio;
- spese per i diritti SIAE in caso di utilizzo di musica all’interno del locale;
- spese per l’affitto mensile e relative bollette;
- scelta della posizione che deve essere visibile dalla clientela di riferimento;
- le spese anticipate per l’acquisito della merce dai fornitori e distributori;
- la possibilità di assumere personale con relativi stipendi e oneri.
In generale il budget da preventivare per un’impresa commerciale oscilla tra i 20 mila euro per l’avvio di un piccolo negozio e i 50 mila euro per un negozio medio. Vi consigliamo di affidare la contabilità del negozio a un commercialista che sarà a vostra disposizione per il pagamento di tasse e per consigliarvi i finanziamenti giusti evitando i rischi personali.
Per ulteriori informazioni sui finanziamenti pubblici dedicati all’imprenditoria visitate il sito del Ministero per lo Sviluppo Economico.
Dall’idea all’apertura del negozio: ecco l’iter da seguire
Come accennato nella nostra introduzione, fino a qualche anno fa aprire un negozio prevedeva delle procedure molto più restrittive rispetto a quelle attualmente in vigore. Il decreto legislativo del 1998 ha determinato una serie di cambiamenti riformando il settore del commercio al fine di facilitare l’avvio di nuove imprese.
Una delle prime rivoluzioni riguarda la licenza, il cui rilascio in passato era più vincolante e riguardava ogni tipo di impresa commerciale.
Oggi invece l’obbligo di richiedere la licenza riguarda solo le tabaccherie, mentre non è più necessaria per tutte quelle attività che si svolgono dentro una struttura la cui superficie di vendita non superi i 250 metri quadrati nei comuni con una popolazione superiore ai diecimila abitanti e i 150 metri quadrati nei comuni con meno di diecimila abitanti.
Adesso per aprire un negozio basta una sola pratica da inviare al Comune entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, una comunicazione con i propri dati personali (la SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività), in cui si dichiara di rispettare la normativa vigente.
Nel caso in cui la superficie del negozio superi le dimensioni indicate, dovrete invece richiedere un’autorizzazione al Comune. In questo caso è in vigore la regola del silenzio-assenso, per la quale se non si ottiene risposta entro i 90 giorni, l’autorizzazione è concessa.
Esistono tre tipi di attività commerciali che prendono il nome di:
- esercizi di vicinato, con superficie di vendita non superiore ai 250 metri quadrati;
- medie strutture di vendita, con superficie di vendita non superiore ai 2500 metri quadrati;
- grandi strutture di vendita, con superficie di vendita al di sopra dei 2500 metri quadrati.
L’iter da seguire dipende quindi dalla superficie di vendita, ma anche dalle norme regionali e comunali che ogni amministrazione decide di adottare.
In generale ci sono alcuni adempimenti fiscali obbligatori che riguardano qualsiasi tipologia di struttura. Per avviare un’attività commerciale, infatti, gli imprenditori devono procedere con:
- l’apertura di una partita IVA a carico di un soggetto o di una società;
- l’apertura delle assicurazioni Inps e Inail da consultare con il proprio codice fiscale;
- l’invio della Dichiarazione di inizio attività;
- l’iscrizione presso il registro delle imprese;
- l’invio della Comunicazione Unica alla Camera di Commercio per ricevere il codice di inizio attività.